Una storia straordinaria. La Cooperativa Condomini di Levigliani

Il nome completo è “Cooperativa tra i Condomini dei Beni Sociali di Levigliani”. Il luogo è appunto Levigliani, oggi frazione del Comune di Stazzema, ieri comunello della Versilia. I comunelli (oltre a Levigliani si possono citare Retignano, Pruno e sopratutto Terrinca, il più antico insediamento antropico versiliese) erano villaggi della montagna ciascuno con il proprio patrimonio naturale e originario di beni: boschi, faggete e pascoli.

Terra poverissima, per come naturalmente in alta montagna (il paese è a 600 metri sul livello del mare; il suo patrimonio comunitativo si estendeva ben al di sopra), che era nella proprietà indistinta dei naturali del luogo. Le riforme leopoldine, volendo trasformare la proprietà di tutti in proprietà privata, non trovarono tuttavia capitalisti disposti ad acquistare una terra che dava al più castagne e che si spingeva, per come dalla confinazione operata nel 1794, oltre il crinale del Monte Corchia (1677 metri s.l.m.). Dopo quasi vent’anni dalle Istruzioni Granducali del 1776, si decise per una possibilità che le stesse offrivano: la vendita ai naturali del luogo affinché, pur continuando a tenere i beni in comune, ne fossero responsabili, anche fiscalmente, come individui associati.

Ciò che il Granduca voleva combattere radicalmente era difatti l’idea di una proprietà universale, l’idea di un dominio proprio di una comunità indistinta, impossibile da sottoporre a una seria pressione fiscale. La vendita ai singoli capifamiglia consentiva di salvare il principio della distruzione del dominio universale, pur consentendo agli unici possibili acquirenti di terreni fortemente disagiati, i naturali del luogo, di continuarne il tradizionale sfruttamento comunitativo. Per fare ciò, l’intero compendio dei beni comuni di Levigliani fu diviso in tante particelle quanti erano i capifamiglia dell’epoca. Ciascuno ne ebbe in sorte una, in una divisione che tutti percepirono come fittizia, essendo la comunità il vero e unico soggetto proprietario.

E questa comunità non volle mai dividere o alienare quanto acquistato nel 1795. Allorché l’economia della zona cambiò radicalmente con lo sfruttamento delle cave di marmo gli eredi di quei capifamiglia di Levigliani si trasformarono da pastori e carbonai in cavatori e lizzatori (le maestranze specializzate nel compito tremendo di portare i marmi a valle adoperando solo funi e assi di legno). Nel tentativo di assicurare alla propria comunità uno sviluppo affittarono le cave ai primi del novecento ad una società privata che non le sfruttò per come promesso. Dopo la seconda guerra mondiale, un’azione legale consentì ai partecipanti della proprietà collettiva di rientrare in pieno possesso dei propri beni e di costituire una cooperativa per il loro sfruttamento.

Nacque così nel 1956 la Cooperativa Condomini: la storia ostinata di una comunità che ha fatto debiti e sostenuto investimenti per “lavorare liberi” un patrimonio di cui ha portato sempre integra la responsabilità.

La storia della Cooperativa Condomini è diventata un libro nel 2006, oggi in una seconda edizione accresciuta, che è stata presentata il 28 giugno scorso.

Di seguito alcuni link ad articoli di stampa

 

http://www.versiliatoday.it/2013/06/26/lavorare-liberi-2-la-straordinaria-avventura-imprenditoriale-della-cooperativa-condomini-di-levigliani-dalle-origini-al-quirinale/

http://www.versiliaproduce.it/index.php?option=com_content&view=article&id=12947:cooperativa-condomini-una-storia-meravigliosa&catid=36:redazione&Itemid=68

http://www.luccaindiretta.it/recensioni/item/11676-successo-a-levigliani-per-la-presentazione-di-lavorare-liberi-2-sulla-cooperativa-condomini.html

http://www.versiliatoday.it/2013/07/01/successo-per-la-presentazione-del-volume-lavorare-liberi-2-a-levigliani/